Naturalmente stiamo parlando di uva e di vino…
Come è andato il 2008 in Liguria?
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La Villa Madie, Cassis
Persistant dans ma quête de bonnes adresses sur ce littoral provençal si beau, mais sinistré du point de vue gastronomique, j’ai suivi le conseil de mon ami Jean Pierre Giannoli, et pour un déjeuner d’anniversaires j’ai réservé dimanche 14 septembre 2008 à La Madie. Avec un macaron du guide rouge, il s’agit du deuxième restaurant de Jean-Marc Banzo (chef du Clos de la Violette d’Aix-en Provence), situé dans un cadre spectaculaire entre les Crêtes et Cassis. Le temps permettait de manger sur la terrasse, avec sa vue paradisiaque de la mer et ses fjords qui la dominent vers l’est.
13 Champagnes pour déjeuner
Dimanche 7 Septembre déjeuner avec 13 Champagnes d’excellente facture et issus des meilleurs terroirs, y compris les Chardonnays de Cramant, Le Mesnil et Avize, et les Pinot Noirs de Aÿ et Ambonnay. 10 couples devaient chacun emmener un plat champeno-compatible, à moi de décider les mariages. Les vins ont été sélectionnés par Pierre Yves Cainjo et son incroyable cave Le Cercle Champenois.
Tre anni (o trenta)?
Tutto ha un perché e un percome. Oggi Rivella (ex responsabile della Castello Banfi) intervistato da Winenews afferma senzi mezzi termini che il sangiovese da solo non vale una cicca. Per fortuna c’è chi la pensa diversamente anche tra qualche produttore. Ma cosa scriveva nel 2005 la massima guida dei vini Italiani a proposito di un brunello di Banfi probabilmente elaborato secondo le ricette rivelliane? Eccolo:
Brunello di Montalcino Poggio alle Mura 99
Ottimo il Brunello di Montalcino Poggio alle Mura 1999 che centra l’obbiettivo dei tre bicchieri. Si tratta di un vino moderno nello stile, con un colore molto intenso, e un olfatto dominato da toni fruttati, come la mora e il ribes, mentre al gusto rivela un’ottima progressione, con una base tannica importante ma perfettamente integrata alla ricca materia, che dona larghezza e profondità al vino.
Luk
Tempi duri
Tempi duri per il Sangiovese. Se a Montalcino la fortezza del monovitigno sembra quasi espugnata, a Bolgheri si va ben oltre e si propone l’abolizione “tout court” del Sangiovese dal disciplinare del Bolgheri Rosso DOC, e si apre al monovitigno 100%, purché Cabernet o Merlot! Ma qualche produttore (almeno qui) si oppone!
Luk
Piccoli produttori della Val di Vara crescono
Le ferie di Agosto sono state una buona occasione per approfondire quanto sta accadendo nell’alta Val di Vara sotto il profilo enologico. Avevo già parlato in un post precedente dell’iniziativa di Ivano Denevi, che mettendo assieme alcuni piccoli vigneti intorno allo splendido borgo di Cornice, ha fondato l’omonima azienda agricola, con lo scopo di produrre poche migliaia di bottiglie di un vino rosso IGT Golfo dei Poeti a base di merlot, syrah e ciliegiolo, da lui chiamato “Peinâ€.
Le mie perplessità riguardavano lo strano accostamento tra l’uva bordolese ed il principale vitigno del Rodano, l’uno adatto a climi freschi, l’altro da sempre amante del caldo. Pensavo e penso tuttora che sarebbe stata più lungimirante la scelta di vitigni locali o regionali, quali ciliegiolo e massaretta ad esempio, magari addomesticati dalle solite dosi di merlot (Montalcino docet), ma cercando di mantenere una propria identità territoriale. Pare che queste scelte che come vedremo si stanno diffondendo rapidamente in valle, siano state in parte anche dettate dall’enologo-guru che cura tutta la Liguria di levante. La cosa migliore da fare è stata pertanto andare e verificare di persona visitando l’Azienda Agricola Cornice.
Le Vin de Provence
La Provence est une région de tradition viticole très ancienne, datant du temps de la Grèce classique. Les conditions climatiques y sont parfaites, les sols sont très variés, et il y a plusieurs cépages nobles : grenache, mais aussi syrah, carignan et mourvèdre. C’est la terre bénie des dieux pour faire du vin – par exemple ici à Bandol nous recevons 2900 heures de soleil par an et le mistral balaye les vignes d’un air sec et propre, on ne peut pas demander mieux que ces raisins naturellement mûrs et sains.
On pourrait imaginer donc que les vins de Provence soient parmi les meilleurs au monde. Nous savons que le mot “terroir” englobe le climat, les cépages et le sol d’un vin, mais sensu lato cette notion inclut obligatoirement le travail de l’homme, sans lequel il n’y a pas d’expression de terroir ; en Provence les vignerons qui persistent héroïquement à faire du vrai vin de terroir sont une minorité, ces artistes méritent toute notre attention. Afin de vous aider à trouver les bons vignerons de Provence, voici quelques conseils :
• oubliez les vieilles réputations et les grands noms connus, le monde du vin évolue trop vite.
• évitez les vins labellisés « cru classé », cela n’offre aucune garantie de qualité, bien au contraire.
• privilégiez les rouges (mais il y a quelques rosés et des rares blancs d’exception)
• notez qu’il y a peu de restaurants en Provence, même gastronomiques, qui ont une approche sérieuse vers le vin.
Famolo strano
Non fai in tempo a scrivere un paio di post sugli antociani dell’uva, e di come una colorazione blu scura sia più gradita di quella rossa, che subito ti prendono in parola e tirano fuori i pomodori neri, i “Sun Black”, come strombazzato dalla Stampa e dalla televisione.
Le ragioni ufficiali per cui il pomodoro nero è meglio di quello rosso, sono il maggior contenuto di antiossidanti e di vitamine che, come è noto, allungano la vita e hanno anche un leggero effetto Viagra. Le ragioni reali, come spiegato dal Reset-Italia e soprattutto dal sito del CNR (stiamo parlando del 2006, altro che novità !!), sono le seguenti:
How to become a wine writer
by Martin Field
‘How did you become a wine writer?’ It’s perhaps the most frequent question I’ve had from wine drinkers over the years. What they really mean is ‘How could I go about becoming a wine writer?’
In other words, they too would like a job they assume involves nothing more than the consumption of an endless round of free lunches and gratis wine samples.
My life is nothing like that, I tell them. (I can lie like a politician when necessary.)
The process
My ticket on the gravy train was easy enough to obtain. The process really was as simple as follows and the dialogue is as accurate as memory will allow.
Star Drinking
by Martin Field
Crown Ambassador Reserve Lager 2008 – around $55 * * * * *
A limited 5000 bottle release beer, in individually numbered 750ml bottles, each with a wax seal and a presentation box. The lager is bottle-conditioned, so look for the yeast sediment when pouring. At 9.2 percent alcohol, it is twice as strong as some regular beers.
I tasted bottle number 2465: Dark amber in colour, with a nose of malt and toffee along with hoppy high notes. In the mouth, the high alcohol contributes to a thick, velvety, creamy mouthfeel. The long-lasting, complex flavours of malt, hops and a hint of mocha made me wonder where I could get another bottle. They reckon this lager will cellar for ten years or so and I wouldn’t be surprised. A scrumptious drop, which, despite the price tag, will be snapped up by collectors.
Chandon Vintage Brut 2005 – under $39 – * * *
A blend of chardonnay, pinot noir, pinot meunier, two years on yeast lees. Very pale, tinged with green, persistent bead. Bouquet shows brioche and lime blossoms and praline. The palate is lip-smackingly crisp and dry showing flavours of baked bread, hazel nuts and a zesty Granny Smith apple finish. A first class aperitif style.