Category Archives: Vino @it

TheWineBlog.it – articoli sul vino

Buona quell’Acqua!

camaiore.gif

Domenica 11 Marzo sono stato qui. Una parola sola: complimenti! Complimenti davvero a l’Acquabuona per essere riusciti a concentrare in un unico evento il massimo che la Toscana enologica sa offrire. Parliamo di aziende come Poggio di Sotto con le sue riserve, e Biondi Santi con tutte le sue etichette.
Un festival del Sangiovese quindi, dove tutto ma proprio tutto sapeva di Sangiovese, perfino i supertuscan a base di merlot!
Di solito in questi casi si parte bellicosamente armati di schede e taccuino, ma poi si naufraga miseramente tra calici e bottiglie, e rimane solo il filo della memoria e qualche biglietto da visita a legare l’insieme di ciò che si è assaggiato. Ecco quindi alcune note del tutto personali, senza troppe pretese tecniche.

Continue reading

Il vino dei Blogger – Capitolo 5: In viaggio con Luk

sideways.jpg

Vi prego di scusare l’irriverente accostamento del titolo, ma non ho resistito!
Dunque, la cara Elisabetta mi ha passato il testimone e ora tocca a me la scelta del prossimo capitolo del Vino dei Blogger, iniziativa lanciata da Marco Grossi di Imbottigliato all’origine, sulla scia dell’americano wine blogging wednesday.

Bene, il dado è tratto e qui si parrà la vostra nobilitate!

Immagino che tutti abbiano visto Sideways – In viaggio con Jack, e ricordino l’esilarante frase di Miles “If anyone orders Merlot, I’m leaving. I am NOT drinking any fucking Merlot! “.
Magari qualcuno pensa che l’odio di Miles per il Merlot sia dovuto all’usanza californiana di utilizzare tale vitigno per produrre un mare di vini di basso livello che ne sfruttano unicamente l’elevata fertilità, ma in realtà il contrasto è più profondo e insanabile; infatti Miles odia il Merlot ma adora il Pinot Noir

E’ sufficiente confrontare un grappolo di Merlot e uno di Pinot Noir per capire. Il primo è grande, alato, spargolo, esuberante; il secondo serrato, piccolo e compatto. Il primo è l’immagine dell’esuberanza, dell’apertura gioiosa, della voglia di concedersi. Il secondo manifesta immediatamente tutta la sua introversione, la sua cerebralità un tantino incazzosa e aristocratica. Lo stesso profilo lo si ritrova nei vini prodotti e nella psicologia di chi ama l’uno o l’altro.

Bene amici miei, per chi votate? Merlot o Pinot? Ecco il tema. Scegliete una bottiglia e parlatene. Le regole sono le seguenti:
-o Merlot, o Pinot Noir;
-le bottiglie devono essere prodotte in Italia. Lo so che i francesi “do it better”, ma decido io e i vini devono essere italiani, non importa se altoatesini o siciliani, ma italiani;
-l’unico esentato dalla precedente regola è Joan Gómez Pallarès, che ovviamente è autorizzato a commentare prodotti spagnoli;
-non pongo limiti di budget, anche se non sarebbe originale dire che l’Apparita o il Masseto sono buoni vini.

Ecco, è tutto…..ah dimenticavo la scadenza. Avete a disposizione tutto il mese di Marzo per trovare il vostro Merlot/Pinot del cuore e convincere gli altri delle vostre ragioni!

Buon lavoro!

Luk

Dove ho sbagliato?

errore.gif

Chiarisco subito un concetto: non credo alla teoria strampalata che sta dietro alla biodinamica, ma ho una certa fiducia nella dedizione pratica dei coltivatori biodinamici, ed un grande apprezzamento per molti prodotti.

Ho letto sul sito di Emidio Pepe il disciplinare di produzione biodinamica Renaissance, che alcuni produttori hanno deciso di sottoscrivere. Niente di male! Anzi, il codice suddetto contiene molte cose interessanti (no trucioli, enzimi ecc.), ma anche cose che mi sembravano meritevoli di approfondimento critico, in quanto a mio avviso un po’ zoppicanti.

Ho spedito dunque questa missiva a uno degli adepti (si può dire?) di cui mantengo anonimi i riferimenti:

Gentile Sig. XXX,
leggo sul sito di Emidio Pepe il disciplinare Renaissance, di cui Lei
risulta XXX.
Volevo a tal proposito farLe una domanda, e porLe una critica.

Cominciamo dalla critica.
L’affermazione che non è consentito “l’intervento termico volto a mutare
il naturale diagramma della temperatura del mosto” mi sembra in
contraddizione con l’affermazione che “la fermentazione (sia tumultuosa
che malolattica) deve avvenire spontaneamente in tini di legno, cemento
o acciaio inox”.
Infatti l’utilizzo di contenitori in legno, cemento e inox, anche in
funzione della loro capacità, porta inevitabilmente a diagrammi di
temperatura completamente diversi; a questo punto c’è da domandarsi
quale sia il diagramma “naturale” di temperatura.

In quanto alla domanda invece, vorrei chiederLe come in zona XXX
conducete la difesa contro la flavescenza dorata, che non mi pare
possibile con le sostanze citate nel disciplinare.

Infine Le chiedo se posso rendere pubblica sul Blog
www.thewineblog.net/vino la presente lettera e la Sua eventuale
cortese risposta.

Cordialmente

Luca Risso

Continue reading

Ma…la malolattica?

malolattica.gif

Ho effettuato un piccolo sondaggio sulla fermentazione malolattica usando la piattaforma creata da Filippo Ronco VINIX.
Mi è sembrato un buon sistema per mettere alla prova le capacità di interazione di quello strumento, ed ho pertanto selezionato tutte le aziende vitivinicole piemontesi registrate (circa 99), le ho inserite nei miei contatti, e ho inviato loro il seguente messaggio:
————————————————-
Gentile azienda,
Sto svolgendo un sondaggio mediante la piattaforma Vinix. I risultati di questo sondaggio saranno pubblicati in modo anonimo e aggregato (non sarà citata alcuna azienda) sul blog
www.thewineblog.net/vino

Si tratta di rispondere a tre semplici domande sulla fermentazione malolattica (fml)

1-Eseguite il controllo dell fml nell’elaborazione dei vs. vini rossi?
2-Se si, usate batteri lattici selezionati in funzione delle caratteristiche del vs. mosto?
3-Se si, programmate la fml prima o dopo l’inverno?

Cordialmente
—————————————

Continue reading

GarganEataly. AAA cercasi

gargano.jpg

Ne hanno gia parlato con dovizia di commenti Antonio Tombolini e Filippo Ronco. Mi riferisco all’apertura a Torino di quello che viene definito il “supermercato dei prodotti enogastronomici di qualità“, cioè Eataly, con l’alto patrocinio di Slow Food.

La novità, anzi una vera chicca per i consumatori genovesi, è che, come si può leggere a pagina 29 del Secolo XIX (ovvero il quotidiano genovese maggiormente letto) di Sabato 3 Febbraio, l’anello si è chiuso con il coinvolgimento nell’operazione anche della Velier di Luca e Paolo Gargano, selezionatori dei vini della tripla A, ovvero Artigiani, Artisti , Agricoltori.

Dice infatti Gargano sul giornale:
“Ho parlato con Oscar Farinetti (fondatore di Eataly) e ci siamo subito trovati in sintonia. Già oggi le nostre etichette AAA sono nel listino Eataly”. E prosegue:
“Anche Genova avrà il suo grande magazzino del gusto, e sarà alla Stazione Marittima”.

Nell’articolo vengono poi mostrati un Medall Blanc 2004 (Spagna) prodotto in 550 bottiglie, e un Tamazi Natroshvili 2005 (Georgia), vino fermentato in anfore e prodotto in circa 1000 bottiglie (per una rinfrescata in materia, prego leggere QUI).
Sinceramente penso che il giornalista abbia enfatizzato un po’ troppo; oppure Gargano la ha sparata grossa. I vini AAA hanno davvero un volume di vendita tale da necessitare di un “grande magazzino”?

Luk

Il vino dei Blogger – capitolo 4: Foja Tonda Albino Armani 2004

foja-tonda.jpg

Foja Tonda Albino Armani 2004
Data degustazione:28/01/07
Ora di stappatura: 10:30
Ora degustazione 13:00

Innanzitutto vorrei esprimere un sincero e sentito ringraziamento alla coraggiosa Elisabetta, per aver scelto un tema e un vino così interessante, e all’azienda agricola di Albino Armani, per aver avuto il coraggio e la gentilezza di spedire le bottiglie di Foja Tonda in giro per l’Italia ad un piccolo manipolo di eno-assatanati, spesso criticoni, ma sempre sensibili alla vera passione che anima tanti produttori del nostro paese.

Continue reading

Reclame

asti.jpg

La recente nuova campagna pubblicitaria dell’Asti spumante ha accompagnato le nostre festività natalizie. Sono convinto che le vendite di questo prodotto che già marciava con il vento in poppa ne abbiano tratto ulteriore beneficio. D’altronde sono stati investiti per tale operazione, della durata di 4 anni, ben 40 milioni di euro, ed il video clip che abbiamo visto passare innumerevoli volte in tv era molto bello, come già fatto osservare da più autorevoli commentatori tra cui Quintomiglio.

Una volta si chiamava reclame una iniziativa che aveva come scopo semplicemente aumentare le vendite di un determinato prodotto. Poi è stato scoperto Watzlawick e l’obiettivo è diventato comunicare quel prodotto attraverso il Marketing.

Adesso leggo testualmente che l’obiettivo della campagna dell’Asti è “il cambiamento della percezione attuale che il consumatore italiano ha del vino piemontese ottenuto dal moscato bianco. Una percezione che, secondo quanto risulta dalle ricerche di mercato, associa l’Asti DOCG quasi esclusivamente alle festività e lo interpreta come un prodotto economico, legato alla grande distribuzione e, nonostante il disciplinare di produzione controllata e garantita, non riconducibile alla zona di origine. Un prodotto che, dopo decenni di sedimentazione di queste valutazioni, viene considerato vecchio, incapace di adattarsi ai cambiamenti degli usi e dei costumi degli italiani. La nuova comunicazione vuole partire dalle radici di questo vino, con la finalità di ricollegare l’Asti DOCG al suo territorio e di riposizionarlo come prodotto di qualità.”

Probabilmente nei prossimi tre anni esordiranno eccellenti millesimati di Cinzano, grand cru di Riccadonna, o anche discreti Bosca satén. Per il momento quella appena vista mi è sembrata solo una ottima reclame.

Luk

Per saperne di più

pontedassio.jpg

leggo QUI che il Consiglio direttivo dell’Onav (assaggiatori di vino) di Imperia, ha organizzato una serie di incontri che si terranno presso il Frantoio Giromela in via Nazionale a Pontedassio alle ore 21.

Martedì 13 marzo l’argomento sarà il seguente:
“Il mondo del vino si trasforma” – Tecnologie innovative in vinificazione. Degustazione guidata di vini elaborati con macerazione prefermentativa a freddo e utilizzo dei “chips”. Enologo Mario Redoglia.

Per chi fosse interessato ad approfondire la tematica, è possibile prenotare al numero: 339/5288094 o all’e-mail imperia@onav.it.

Sembra che la corsa al truciolo porceda inesorabile, e quindi nuovi strumenti di formazione si rendano indispensabili.

Luk

Geni in azione!

archimede.jpg

Forse non tutti hanno familiarità con Espacenet. Si tratta di un potente motore di ricerca brevettuale europeo. In pratica nella modalità di ricerca veloce è sufficiente digitare una parola chiave, indicare se si tratta del nome di una persona, di un’azienda oppure semplicemente un termine qualsiasi, e tutti i brevetti contenuti nei principali data base salteranno fuori magicamente all’improvviso. Siccome non sono un tipo originale e questo blog parla di vino, ho provato a digitare wine, e a lanciare la ricerca “worldwide” ed ho visto comparire 13842 brevetti ordinati per data di registrazione nel database.

Continue reading

Il vino dei Blogger – capitolo 3: Prosecco di Valdobbiadene Ruggeri Vecchie Viti 2005

prosecco0001.JPG

Ero molto incuriosito dai commenti incoraggianti su questo prosecco e quando ho visto la bottiglia sullo scaffale della drogheria Farnese di Vado Ligure al prezzo di 11 euro, mi sono subito detto: “Ecco la bottiglia per il Vino dei Blogger # 3”.
L’intento del produttore sembra quello di creare un prodotto d’eccellenza, un concentrato di prosecchità, tale da elevare l’immagine del frizzantino da aperitivo al bar, allo status di nobile bollicina da tutto pasto.
Dico subito che nei limiti della mia opinione ed esperienza personale basata su una sola bottiglia, tale obbiettivo non è stato raggiunto.
Un eccesso di fiducia mi ha indotto ad abbinare il malcapitato ad un piatto di testaroli al sugo di funghi (secchi, ma raccolti e seccati da me!). Trascuriamo finezze quali colore e perlage, probabilmente nella norma, ma che l’ambiente conviviale e pre festaiolo mi ha impedito di cogliere. Il naso mi è sembrato però abbastanza scialbo, privo di quelle impertinenze aromatiche che fanno amare o odiare un prosecco, basate su profumi di pera e fiori bianchi, seppur con qualche nota di complessità minerale, e di crosta di pane, ma senza lo slancio e l’ampiezza di un buon metodo classico.
In bocca poi il vino è stato sovrastato dai funghi, mostrando un finale persistente ma fastidiosamente amarognolo.

Concludo dunque facendo a tutti un grandissimo augurio di sereno natale, da festeggiare brindando magari con un’altra bottiglia!

Luk