Avendo a disposizione un giorno solo ho deciso di evitare di fare la maratona tra i padiglioni del Vinitaly per concentrarmi su un gruppo di produttori più omogeneo culturalmente, radunati dalla manifestazione a Vino, Vino, Vino tenuta nella splendida Villa Boschi a Isola della Scala, presso Verona. Si tratta di produttori a vario titolo biologici, “naturali”, “veri”, biodinamici e chi più ne ha più ne metta, con forse l’unico denominatore comune nell’opposizione ferma al mondo del vino “normale” visto principalmente come “industria” e come tale massificata, globalizzata e capace di ogni nequizia.
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Ti amo bastardo
Avevo anche il biglietto (grazie Fiorenzo), ma poi pensandoci bene mi sono chiesto: cosa c’entro con Vinitaly? Cosa può fare un piccolo navigatore se non perdersi in un mare troppo grande da attraversare in un giorno solo?
E allora è deciso: parteciperò a Vino, Vino, Vino, a Villa Boschi, dove potrò incontrare contemporaneamente il gruppo di Vini Veri, i produttori Triple A della Renaissance des Appellations e un nutrito elenco di produttori indipendenti, vignaioli un po’ sporchi e bastardi, un po’ duri e puri, in bilico tra paradiso e inferno!
Anche questa volta mi avrete tra voi.
Luk
PS A Vino, Vino, Vino i Blogger possono richiedere l’accredito alla mail oliviero@wellcomonline.com e avere così l’ingresso gratuito alla manifestazione!
Merlot, ultima frontiera
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Il mio più valido collaboratore, tornando per le vacanze di Natale in Albania, conoscendo le mie insane passioni mi ha portato in regalo una bottiglia di Merlot locale. Non si tratta del prodotto di una piccola azienda, ma di un produttore apparentemente “importante”, con il nome altisonante di Gjergj Kastrioti “Skenderbeu”, eroe nazionale albanese perito nella guerra contro l’impero Ottomano. Una cantina recensita addirittura da un sito svedese dedicato alle scorribande enoiche.
Questa azienda pruduce un Merlot, un Cabernet, un Riesling, ed un autocnono Shesh i zi.
Mi ha fatto sorridere sorseggiare un Merlot albanese, senza annata riportata sulla bottiglia, perfetto prototipo del vino globalizzato, dal lieve profumo e gusto di trucioli, piatto e inoffensivo. Mi chiedo quale possa essere il suo costo di produzione, o quanto possa costare importarne qualche cisterna in Toscana, o giù di li, zona Chianti o perfino Montalcino…
Kantina e Pijeve Gjergj Kastrioti “Skenderbeu” Sh.a.
Rrashbull, Durres
Tel. 052 64627, 052 64628
Luk
Vini di Vignaioli 2008
Anche quest’anno si è svolta a Fornovo nei giorni 2-3 Novembre, la manifestazione Vini di Vignaioli, organizzata dall’instancabile Christine Cogez-Marzani, ristoratrice a Parigi nel locale L’Appennino, e anche quest’anno Christine è riuscita a radunare nel piccolo borgo della Val di Taro un bel numero di produttori accomunati dall’approccio biologico o biodinamico alla coltivazione della vite e alla trasformazione dell’uva in vino.
Nel senso più stretto questo significa non usare alcun prodotto chimico nè in vigna nè in cantina, lasciare che la fermentazione sia determinata dai lieviti naturalmente presenti nell’ambiente, non praticare alcuna tecnologia enologica che implichi l’introduzione nel vino di sostanze esterne quali chiarificanti, stabilizzanti ecc, non filtrare il vino ottenuto. Diciamo subito che questa interpretazione non è messa in pratica quasi da nessuno. In senso molto più ragionevole i produttori di vini naturali sono invece accomunati da un uso il più limitato possibile in vigna dei composti del rame e dello zolfo per il controllo delle malattie (quindi nessuna altra sostanza chimica di sintesi), da un impiego preferibile di lieviti indigeni anziché selezionati (anche se questi ultimi non sono da tutti esclusi, così come addirittura gli enzimi), da un impiego moderato dell’anidride solforosa come unico additivo chimico in vinificazione, e da limitate chiarifiche e filtrazioni del vino. Come si vede c’è una certa elasticità nell’interpretazione di questi concetti, fonte spesso di diatribe e fraintendimenti che sono state all’origine delle spaccature e della frammentazione del movimento biologico-naturale. I vignaioli presenti a Fornovo sono invece selezionati e garantiti direttamente da Christine, che ha oramai stretto con tutti rapporti di vera amicizia e fiducia reciproca.
Chiariamo che non è stata una cosa facile, e che agli inizi i prodotti proposti a “Vini di Vignaioli” non sempre erano all’altezza. Nel corso degli anni però la crescita del livello qualitativo è stata evidente e costante, e vignaioli prima tecnicamente un po’ zoppicanti, hanno piano piano trovato una loro cifra stilistica, una direzione di miglioramento che li ha condotti quest’anno ad un livello medio molto alto, con punte di vera eccellenza.
Quello che segue è un limitato e parziale spaccato di “Vini di Vignaioli 2008”, un piccolo insieme di impressioni e considerazioni del tutto personali su produttori e prodotti, basato sulla visita di domenica 2 Novembre alla manifestazione.
Torta di riso? Finita!
Perché a Genova è così difficile trovare un posto dove mangiare ed essere trattati bene, magari un po’ coccolati, ad un prezzo non dico basso, ma corretto?
Il meeting di Tigulliovino è appena finito, con una bella scia di persone venute da mezza Italia che domenica 15 Giugno avranno trovato di sera quasi tutti i locali chiusi.
Il vino dei Blogger – Capitolo 15: Il vino del comodino
Decisamente birbone il tema di questo capitolo del Vino dei Blogger, proposto da Massimiliano Perbellini di Wineplanet.
Vino del comodino, non inteso come vino che sa di legno, ma come strumento di seduzione, arma di conquista di cuori solitari, bottiglia galeotta di galeotti produttori.
Off Topic
Off Topic, cioè fuori tema. Infatti in questo blog vinoso voglio parlare di birre, e di come in qualche modo esse possano essere, come il vino, espressione di un territorio. Le birre in questione sono quelle del Birrificio Scarampola (Via Apollo Sanguinetti 18, 17014 Cairo Montenotte, (Sv), Tel 019/500196, Fax 019/520156).
Carattere
Il carattere è una cosa importante. Penso che nei vini il carattere sia una cosa addirittura fondamentale. Il carattere di un vino è l’interpretazione “valorizzante” di un vitigno e di un territorio, è cioè qualche cosa in grado di esaltare una base comune (vitigno e territorio appunto) attraverso un apporto unico e personale.
Ci sono vini perfetti esteticamente ma privi di carattere. Per fare un esempio concreto penso che un bel copione abbia un carattere migliore se interpretato da Rober De Niro anziché da Gabriel Garko
Bei Tempi
Non (mi) capita molto spesso di bere vini acclamati o addirittura premiati come “Vino dell’anno” addirittura da Wine Spectator. A volte capita e non lo sai, ovvero non sai che stai bevendo un vino che in capo a un paio di anni assurgerà al vertice dell’enologia mondiale, anche se timidamente capisci che si tratta di “roba buona”.
Il vino dei Blogger – Capitolo 11: Val Polcevera DOC Bianchetta Genovese 2006 – Andrea Bruzzone Vini
Se mi domando qual’è il prodotto gastronomico che maggiormente mi lega geneticamente alla mia città , non ho nessun dubbio a rispondere: è la focaccia.
Focacce e farinate, declinate in decine di versioni e varianti, sono il nostro inprinting genovese, la nostra memoria atavica un po’ proletaria di prodotti semplici, al limite poveri, ma sublimi in quanto riportano i nostri sensi a profumi e sapori basilari: la farina, l’olio e il sale.