Buzzetto, chi era costui?
Mi sono imbattutto in un bel lavoro dei ragazzi di una scuola media di Quiliano (SV) che voglio trascrivervi interamente, scusandomi per il piccolo sforzo di lettura. Al termine alcuni commenti.
“…La nostra vallata è considerata, fin da tempi antichi, una terra dove viene diffusamente coltivata la vite: come riferito dal libro di G. Malandra ” Storia di Quiliano” già dal 1200 la produzione del vino, costituiva una delle voci dell’economia locale. I marchesi Del Carretto, signori feudali locali, accettavano dai contadini questo prezioso prodotto della terra come pagamento delle tasse. Nel documento “De Usibus Quiliani”, si legge che la vite veniva già coltivata quasi ovunque. Il nostro vino può essere considerato”l’antenato” del Buzzetto ed è talmente caratteristico della zona di Quiliano da diventare quasi un sinonimo della località . Questa bevanda viene ottenuta dal vitigno denominato “Buzzetto”, il cui termine deriva dall’aggettivo “Buzzo” che in dialetto significa “acerbo”. Sinonimo del termine è il “Lumassina”, vitigno coltivato nel Finalese, il cui vino viene bevuto con le lumache (dal dialetto lumasse); altro sinonimo del Buzzetto è il “Mataosso”, vitigno coltivato nelle zone di Spotorno, Noli e Vozze che dà una colorazione più scura al vino. Con decreto CEE del 6/8/79 è stato autorizzato l’uso della parola “Buzzetto” quale sinonimo degli altri due vitigni.
Il vitigno del Buzzetto viene coltivato nelle strette fasce del quilianese in un terreno argilloso , che più si adatta alla crescita della pianta. Le maggiori zone di coltivazione di questa uva sono le posizioni collinari di : Quiliano, Montagna, Roviasca, Viarzo, Garzi, Rive, Molini, Tecci, Treponti e Cappuccini.
L’impianto del vitigno di circa 50 cm di altezza, viene eseguito dal contadino quilianese verso gennaio/febbraio: lo spazio occorrente all’operazione deve essere una buca larga circa 70 cm da riempirsi con fogliame e concime. In primavera il vitigno comincerà a germogliare e dopo 3 o 4 anni dall’impianto inizierà la produzione di qualche grappolo d’uva. Un’altra importante operazione è quella della concimazione che si esegue nel periodo autunnale e in quello primaverile, attraverso l’uso di fertilizzanti, quali il potassio, il magnesio e l’azoto. Il vitigno del Buzzetto necessita di un clima mediterraneo, (non rigido e non soggetto a forti gelate) anche se la minore esposizione al sole (vedi disposizione della vallata quilianese abbastanza lontana dal mare), non lascia maturare troppo l’uva, rendendola più acerba. Il nostro vitigno, che ha bisogno del sostegno dei pali di legno (in dialetto carasse) o dei moderni paletti di cemento, dà origine in estate a molte foglie per ciò i fragili tralci rampicanti devono essere legati ai filari con legacci sintetici che hanno sostituito quelli antichi di salice. Un’altra operazione necessaria è il diserbo che consiste nell’eliminare l’erba intorno alla pianta per mezzo della zappa: l’uso dei diserbanti chimici nelle nostre vigne a causa dello spazio esiguo e delle limitate piantagioni non è fortunatamente diffuso. L’irrigazione delle piante si rende utile solo al momento dell’impianto e durante il primo anno di vita; dopo, il vitigno, sviluppando radici profonde, assorbirà da solo l’acqua dal terreno: un’eccessiva quantità d’acqua diminuirebbe la qualità del Buzzetto. Quando la vite è “ferma” (febbraio/marzo), avviene l’operazione della potatura per ridurre al quantità e la lunghezza dei tralci e dare più forza alla pianta. Quest’ultima, a giugno, getterà nuove gemme: in particolare per il nostro vitigno se ne conservano sette.
A settembre avviene la vendemmia dei grappoli del Buzzetto che sono compatti e composti da acini piccoli e rotondi: questi ultimi, staccati dai tralci con le apposite cesoie, vengono deposti in contenitori di plastica e trasferiti in cantina, dove avviene la trasformazione dell’uva in vino, attraverso le seguenti fasi:
-separazione degli acini dai graspi per mezzo della pigiadiraspatrice;
-macerazione degli acini col mosto (tre-cinque giorni);
-travasi da una botte all’altra che per il Buzzetto devono essere numerosi (a causa delle molte scorie depositate sul fondo );
-fermentazione (trasformazione degli zuccheri in alcool) che dà origine ad una gradazione alcolica per il Buzzetto è circa 10° – 11,5° .
A novembre il Buzzetto finisce di fermentare e viene chiuso nelle damigiane dove, dagli inizi del nuovo anno diventerà un vero e proprio vino, pronto per essere venduto dai produttori quilianesi autorizzati.
Il vino bianco secco che viene prodotto ha le seguenti caratteristiche: colore paglierino, odore delicatamente persistente con profumo di erbe e fiori di campo (si avverte addirittura un sentore di legno bruciato….). L’acidità totale del Buzzetto è di 6,8/mille. Ultimamente l’acidità piuttosto alta del vino è stata un po’ diminuita con opportune tecniche: si è trasformato l’acido malico, responsabile dell’asprezza del vino, in acido lattico che è in grado di renderne il sapore meno aspro. il Buzzetto è adatto ad accompagnare una vasta gamma di piatti gastronomici: antipasti, secondi, piatti come frittelle al verde (frixseu), verdure ripiene. panissa e farinata, lumache al verde, pesci; deve essere inoltre servito ad una temperatura di 10° – 12° propria della cantina.
L’attuale denominazione del Buzzetto è I.G.T. (vino derivante da uva coltivata in zona geografica tipica); per questo vino quindi non occorre uno specifico controllo organolettico, come accade per i vini D.O.C. per i quali bisogna seguire il disciplinare di produzione. Occorre purtroppo segnalare che attualmente i produttori del Buzzetto sono molto diminuiti fino a ridursi a 5 o 6 a causa anche delle malattie dl vitigno.
E’ comunque in corso la pratica per il riconoscimento della D.O.C. al nostro vino condotta dal comune, Regione e Ministero Agricoltura. Ogni produttore , per la tutela del consumatore deve osservare le seguenti norme: piano di autocontrollo, periodici controlli da parte del N.A.S. e dell’A.S.L.. su ogni bottiglia deve essere inoltre applicata un’etichetta con le indicazioni del vino, produttore, contenuto, grado, annata. Ogni prima domenica di settembre si ripete la “Sagra del Buzzetto”, nel corso della quale si possono degustare prodotti locali e acquistare il nostro vino (costo per bottiglia da 3,5 a 4,5 €).
A cura degli alunni della classe 3ª A
e Prof. G. Scotto
Scuola Media Valleggia
anno scolastico 2001-02
Ecco i miei commenti:
-Alcuni legano il buzzetto ad una forma di trebbiano, anche se altre fonti (M. De Vecchi, comunicaz. privata) affermano trattarsi di un vitigno autonomo
-Emerge ancora una volta la tradizione ligure di macerare il vino bianco con le bucce (cfr. Buranco, DeAndreis). Tale tradizione è propria anche di altre regioni ed ultimamente sta dando risultati di grande interesse (Ageno della Stoppa, Bianchi di Gravner ed A. Maule)
-La liguria possiede un vitigno forse autoctono che non ha una DOC, ma solo una IGT
-Tale vitigno potrebbe essere utilmente impiegato a causa della sua spiccata acidità per la produzione di vini passiti, o come equilibratore in uvaggio con il pigato. Tutto ciò non mi risulta avvenga. Eppure esistono assurdi passiti di pigato piatti ed anonimi.
Luk