Ero molto incuriosito dai commenti incoraggianti su questo prosecco e quando ho visto la bottiglia sullo scaffale della drogheria Farnese di Vado Ligure al prezzo di 11 euro, mi sono subito detto: “Ecco la bottiglia per il Vino dei Blogger # 3”.
L’intento del produttore sembra quello di creare un prodotto d’eccellenza, un concentrato di prosecchità , tale da elevare l’immagine del frizzantino da aperitivo al bar, allo status di nobile bollicina da tutto pasto.
Dico subito che nei limiti della mia opinione ed esperienza personale basata su una sola bottiglia, tale obbiettivo non è stato raggiunto.
Un eccesso di fiducia mi ha indotto ad abbinare il malcapitato ad un piatto di testaroli al sugo di funghi (secchi, ma raccolti e seccati da me!). Trascuriamo finezze quali colore e perlage, probabilmente nella norma, ma che l’ambiente conviviale e pre festaiolo mi ha impedito di cogliere. Il naso mi è sembrato però abbastanza scialbo, privo di quelle impertinenze aromatiche che fanno amare o odiare un prosecco, basate su profumi di pera e fiori bianchi, seppur con qualche nota di complessità minerale, e di crosta di pane, ma senza lo slancio e l’ampiezza di un buon metodo classico.
In bocca poi il vino è stato sovrastato dai funghi, mostrando un finale persistente ma fastidiosamente amarognolo.
Concludo dunque facendo a tutti un grandissimo augurio di sereno natale, da festeggiare brindando magari con un’altra bottiglia!
Luk
Oddio, un Prosecco con i funghi…
povero Prosecco… ma soprattutto poveri funghi!
🙁
come ti capisco, Luk…
Intanto, auguri!
Sì, è vero, ho chiesto troppo!
Però un prosecco che promette molto, una piccola prova del fuoco dovrebbe superarla, no?
Luk
oooops! Ovviamente ricambio gli auguri con tutto il cuore.
Luk
provalo con il pesce…magari crudo o crostacei…ciao
Ciao Gianluca,
Riproverò senz’altro!
Luk
Scusa se m’inserisco nella vostra discussione e nelle vostre recensioni. Navigavo rilassato alla ricerca di discussioni sull’agricoltura. Mi hanno fatto riflettere le tue domande e le tue affermazioni. Personalmente non voto né merlot né pinot, però le bottiglie devono essere italiane, sia per le vostre recensioni, sia in genere.
Non scopro l’acqua calda nel dire che il vino è in questo momento una delle punte avanzate dell’agricoltura italiana e ti dirò pesa molto in quella “minoranza trainante†del settore che ha individuato una recente ricerca commissionata da Confagricoltura (di cui sono associato) a Censis su un campione ragionato di oltre 300 aziende. Questi produttori vinicoli sono portatori di una moderna cultura del fare azienda. Su quest’agricoltura ci confronteremo come organizzazione anche in occasione di un Forum nazionale della nostra organizzazione in programma a Taormina dal 22 al 24 marzo prossimi. Nella sessione di venerdì 23 sono curioso di ascoltare l’esperienza di due attori importanti di questo processo come Piero Antinori e Gianni Zonin.