Crisi in Calabria.
L’onorevole Nicodemo Francesco Filippelli (UDEUR) ha presentato una interrogazione al Senato per sollecitare al Governo interventi per tutelare e difendere il vino calabrese e per stigmatizzare il comportamento dell’ispettorato del lavoro che durante l’ultima vendemmia ha elevato pesanti contravvenzioni ai vignaioli che facevano lavorare in vigna figli e nipoti senza regolare avviamento al lavoro.
Crisi in Sicilia.
Il Senatore Antonino Papania (Margherita) e l’onorevole Stefano Cusumano (UDEUR) hanno denunciato in due interrogazioni la grave crisi del settore vinicolo trapanese, che contribuirebbe per circa il 15% all’intera produzione italiana.
La soluzione proposta? Assistenzialismo, protezionismo e frasi fatte. Per gli onorevoli occorre infatti raddoppiare l’attuale quota di distillazione (prima faccio il vino e poi ne ricavo alcol) ma salvaguardare allo stesso tempo la superficie vitata, limitare l’igresso dei prodotti provenienti da Cile, Argentina ecc., e (ovviamente) puntare sui vitigni autoctoni.
Così mentre la riforma delle DOC è sempre in perenne discussione, qualcuno sui (nostri) autoctoni sta lavorando davvero. Come si può leggere qui
http://www.grapeandwine.com.au/2005/april/view.asp?view=206
dolcetto, sagrantino, aglianico, marzemino, teroldego, sangiovese, nebbiolo sono da tempo oggetto di interesse da parte dei paesi eno-emergenti.
Date le premesse niente di strano se in futuro in America il dolcetto sarà australiano.
Luk