Passata la vendemmia, della vigna non parla più nessuno. Piano piano le foglie cadono e rimangono rami spogli e secchi. Piove, nevica, fa freddo. Qualche bella tiepida giornata però c’è sempre, e allora prima o dopo bisogna potare.
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Da bere entro un anno…
Da bere entro un anno dalla messa in commercio: questa frase è una maledizione enologica. Ogni volta che la leggo mi salta la mosca al naso. La trovate spesso sui depliant delle aziende che vendono vino bianco, sui siti di molti produttori, e purtroppo anche su riviste come l’ultimo numero de Il Mio Vino improvvidamente riferita al Pigato.
Rifuggite i vini che fanno di questa affermazione un tratto distintivo. Boicottate loro ed i loro malaccorti produttori.
Ci sono (poche) lodevoli eccezioni, ma normalmente i vini siffatti sono bevande elaborate da mosti poco diversi dall’acqua zuccherata e a cui probabilmente molto zucchero viene anche aggiunto, i cui profumi derivano esclusivamente (quando va bene) dalla scelta del lievito aromatico giusto , e quindi sono poco stabili nel tempo.
Se poi invece un vino è buono ma si ricorre egualmente a frasi come questa per ragioni commerciali, come auspicio per svuotare in fretta la cantina, allora è anche peggio; andate da quel produttore e fategli “una capa tanta”: il vino buono non deve essere avvilito al rango di bevanda con scadenza.
Luk
Dialoghi immaginari: in cantina
Bea e Teo sono due vignaioli, vivono nello stesso paese e le loro vigne sono molto vicine. Sono anche amici (forse c’è del tenero) e concorrenti, nel senso che ciascuno cerca di vendere il proprio vino, ma non hanno le stesse idee in merito alla conduzione della vigna e a come si fa il vino….
Dialoghi immaginari: in vigna
Bea e Teo sono due vignaioli, vivono nello stesso paese e le loro vigne sono molto vicine. Sono anche amici (forse c’è del tenero) e concorrenti, nel senso che ciascuno cerca di vendere il proprio vino, ma non hanno le stesse idee in merito alla conduzione della vigna e a come si fa il vino….
No pasaran
Non voglio qui addentrarmi nel ginepraio del dibattito “tappo-a-vite-sì-tappo-a-vite-no”. Noto solo con curiosità che in Italia di fatto tale dibattito è sterile in quanto fondato sul nulla. Ovvero in Italia il tappo a vite nel settore vinicolo non esiste, se non sul collo dei bottiglioni di lambrusco della GDO.
Tappi a vite, scienza, logica, salute
E’ stata segnalata qui la notizia del ritrovamento mediante analisi cromatografiche di tracce dello ione m/z 149 nel vino imbottigliato con tappo a vite.
Huglin e l’effetto serra
Previsione dell’evoluzione dell’indice di Huglin a Geisenheim, Germania
Oramai è certo, il Global Warming sconvolgerà tra le tante altre cose anche la viticoltura mondiale. E’ quindi possibile che chi oggi riesce a malapena a coltivare cavoli e patate domani si ritrovi in mano pregiatissimi terroir.
Come pota?
In questa stagione, attirati dalle prime belle giornate, incomincia la tradizionale processione degli appassionati presso i loro produttori del cuore, chi in cerca delle prime bottiglie di bianco appena prodotte, chi del vino sfuso da imbottigliare a casa, chi semplicemente dell’occasione per fare due chiacchiere con un vecchio amico.
Questo è anche il momento ideale per curiosare tra le vigne, che sono ancora prive di chioma e presentano le gemme appena sbocciate. E facile quindi per noi osservare come sono state potate le piante, e trarre immediatamente alcune utili informazioni sul tipo di filosofia produttiva che anima il nostro amico vignaiolo. Se infatti non è garantito che una vigna ben potata produca poi vino eccellente, è invece molto difficile che ciò avvenga nel caso di una vigna potata malamente o secondo un’ottica iper produttiva. Dopo aver letto questo post, quando andrete a comperare le vostre bottiglie in cantina, potrete a dire al produttore: “Non è un po’ troppo lungo il tuo Guyot?”.
Innazitutto contiamo quante gemme porta ciascuna pianta; quindi stimiamo a occhio qual’è la distanza tra i filari e tra le piante di ciascun filare nella vigna. Fatto? OK! Supponiamo che tali distanze siano (circa) 2m e 1m. Moltiplichiamo 2 per 1 e otteniamo (ovviamente) 2. Dividendo 10000 per 2 otteniamo 5000 che è il numero di piante per ettaro della vigna sotto “inchiesta”. Entriamo ora un po’ più in dettaglio nella potatura.
Ma…la malolattica?
Ho effettuato un piccolo sondaggio sulla fermentazione malolattica usando la piattaforma creata da Filippo Ronco VINIX.
Mi è sembrato un buon sistema per mettere alla prova le capacità di interazione di quello strumento, ed ho pertanto selezionato tutte le aziende vitivinicole piemontesi registrate (circa 99), le ho inserite nei miei contatti, e ho inviato loro il seguente messaggio:
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Gentile azienda,
Sto svolgendo un sondaggio mediante la piattaforma Vinix. I risultati di questo sondaggio saranno pubblicati in modo anonimo e aggregato (non sarà citata alcuna azienda) sul blog
www.thewineblog.net/vino
Si tratta di rispondere a tre semplici domande sulla fermentazione malolattica (fml)
1-Eseguite il controllo dell fml nell’elaborazione dei vs. vini rossi?
2-Se si, usate batteri lattici selezionati in funzione delle caratteristiche del vs. mosto?
3-Se si, programmate la fml prima o dopo l’inverno?
Cordialmente
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Geni in azione!
Forse non tutti hanno familiarità con Espacenet. Si tratta di un potente motore di ricerca brevettuale europeo. In pratica nella modalità di ricerca veloce è sufficiente digitare una parola chiave, indicare se si tratta del nome di una persona, di un’azienda oppure semplicemente un termine qualsiasi, e tutti i brevetti contenuti nei principali data base salteranno fuori magicamente all’improvviso. Siccome non sono un tipo originale e questo blog parla di vino, ho provato a digitare wine, e a lanciare la ricerca “worldwide†ed ho visto comparire 13842 brevetti ordinati per data di registrazione nel database.