Per tenere sotto controllo lo sviluppo vegetativo della vite nel corso della stagione, gli agronomi sono soliti ricorre agli indici pedoclimatici. Tali indici sono solo elaborazioni numeriche delle condizioni del pedoclima, cioè dell’insieme delle condizioni fisiche e chimiche dello strato superficiale del terreno, dipendenti dal clima stesso. Fra le grandezze fisiche e chimiche che normalmente si prendono in considerazione, la temperatura T in prossimità del suolo è probabilmente la più importante. Prima di proseguire con questo post, pregherei l’incauto lettore di scaricare e leggere quanto riportato in questo link. Lo so, sono pigro, ma quantomeno chi non ha trovato l’argomento interessante, può tranquillamente transitare su un altro blog.
Come già sostenuto in questo post, il ripetersi di annate eccezionalmente calde, impone la definizione di strumenti nuovi per la valorizzazione della qualità del prodotto, sia esso l’uva o il vino finito. Gli indici pedoclimatici usuali di Winkler e di Huglin fino ad ora impiegati hanno il difetto di non avere un limite superiore, nel senso che si fondano su una presunta proporzionalità lineare tra quantità di calore ricevuta dalla vite e la sua maturazione. Insomma, più fa caldo e meglio è. Invece non è così, in quanto il calore eccessivo blocca la crescita della pianta. Per la vite questo accade al di sopra dei 35°. Si può allora immaginare un indice simile a quello di Winkler ma normalizzato, cioè con un valore limite superiore massimo pari a 1000, che si otterrebbe solo se la temperatura durante il periodo vegetativo della vite fino alla vendemmia fosse costantemente 35°. Può un indice di questo tipo tenere conto del deficit qualitativo di millesimi fuori dalla norma come il 2003? Ecco, mi piacerebbe verificarlo. La frequentazione di siti come questo mi consente di registrare le temperature orarie e di elabore gli indici di cui ho parlato. Per curiosità dal primo Aprile a oggi le cose sono andate come illustrato nelle due figure che seguono.
Sfortunatamente però Buto non è molto significativo dal punto di vista enologico. Quello che mi ci vorrebbe è l’insieme delle 4392 temperature medie orarie nel periodo dal 1° Aprile al 30 Settembre, per un numero significativo di annate (almeno due: una calda e una fredda) in un paio di distretti vitivinicolo importanti: Langhe, Chianti, Collio, Valpolicella. Chi mi può aiutare a entrare in possesso di queste informazioni (naturalmente a gratis! Pagando sono capaci tutti)?
Per la cronaca: mi accorgo che con questo post supero la fatidica quota 100. Speriamo di non entrare in crisi.
Luk
ti ricordi il post sulle temperature di bra? (http://inumeridelvino.it/2007/09/fa-davvero-piu-caldo-nelle-langhe-i-dati-di-bra-dagli-anni-90-a-oggi.html)
sul sito del comune trovi tutte le serie delle temperature, non so se la densita’ dei numeri e’ tale da consentirti di fare l’analisi che desideri…
adesso provo a mandarti il file via email
@Marco
Si, ora mi ricordo.
Provo subito a vedere sul sito.
Grazie comunque se mi mandi il file. Sarà bello grosso.
Luk
Stupendo Post.
Molto interessante….anche se non è di mia materia primaria.
Luca
la curva gialla cos’é, non sara mica la curva delle temperature diurne? 🙂
Vedo di trovare qualche serie tramiti i miei contatti in agraria…
ciao
Mike
@GianMaria
Effettivamente siamo un po’ lontani da aperitivi e finger food
🙂
@Mike
Ma certo Mike!
😉
Luk