Prendo in prestito questo video dal Blogger Eustachio Cazzorla per riaprire la questione spinosa delle chiusure alternative all’amato/odiato tappo in sughero naturale.
L’occasione mi è fornita da Emanuele Trevia dell’Azienda Agricola Maria Donata Bianchi, il quale mi ha confidato una assoluta anteprima. Tutte le bottiglie di Pigato e Vermentino DOC, nonché il vino da tavola “Antico Sfizio” (in pratica tutti i bianchi aziendali) a partire dal millesimo 2007 (2006 per l’Antico Sfizio) saranno tappate con l’innovativa chiusura in vetro Vino Lok
Questa scelta radicale è stata motivata da un paio di bancali di vino imbottigliato con sugheri fallati che hanno destinato il prodotto all’acetificazione. Effettivamente è sempre più difficile e costoso reperire tappi in sughero di qualità , con un tasso comunque fisiologico di tappi difettosi per inquinamento da Tricloroanisolo (odore di tappo) intorno al 2-3%.
Le alternative non mancano. Si va dai comuni tappi sintetici in tecnopolimeri stampati o estrusi, fino al tappo a vite, oramai dilagante sui mercati internazionali.
In Italia però la situazione è un po’ diversa. Le chiusure alternative al sughero infatti per una sorta di snobbismo un po’ ignorante, sono viste molto male, e associate per lo più a prodotti di basso livello, tipo bottiglione di lambrusco da supermercato.
Ecco allora che nasce la necessità di trovare una chiusura che sia alternativa al sughero, sicura e garantita sotto il profilo delle caratteristiche enologiche del prodotto, ma anche un po'” trendy”, un po “cool”, insomma preziosa, esclusiva e che non dia assolutamente l’impressione di essere un sistema per risparmiare qualche soldo. Un bel tappo in vetro soddisfa egregiamente tutte queste caratteristiche, anche quella di costare effettivamente di più di un pezzo di sughero! La tenuta nei confronti dell’ingresso dell’ossigeno è ottima e duratura, l’estetica effettivamente è molto bella e quindi ci sono tutte le premesse per una rapida diffusione sul territorio Italiano, sopratutto per i vini bianchi che devono garantire e preservare i loro freschi profumi fruttati e floreali.
So già quali saranno le obbiezioni che solleveranno gli espertoni, che il vino deve respirare, che il tappo di sughero garantisce una micro-ossigenazione utile all’evoluzione del prezioso nettare e via trombonando. Ammettiamo pure che sia vero, anche se nessuno è in grado di dimostrarlo con dati quantitativi. Questo fatto però ha un significato (forse) solo per i vini rossi destinati ad un invecchiamento medio-lungo.
Essi sono però una frazione tutto sommato esigua del prodotto nazionale; quindi per tutto il resto largo al tappo a vite, di vetro, e anche, perché no, a corona. In fondo i migliori Champagne invecchiano egregiamente per moltissimi anni chiusi proprio da una volgare “gretta”. Attenzione però. Usare chiusure che effettivamente riducono la possibilità per l’ossigeno di entrare nella bottiglia, impone qualche cautela enologica. Ad esempio appare non solo benvenuta, ma anche talvolta necessaria una minore solfitazione del prodotto all’imbottigliamento. I rischi che si possono correre sono quelli dell’insorgere con il tempo di spiacevoli odori di riduzione, come bene illustrato da questo articolo super tecnico di Alan Limmer, riferito in verità ai Sauvignon Blanc neozelandesi, quasi tutti rigorosamente chiusi con tappo a vite. E’ questo infatti fin’ora l’unico difetto sperimentalmente attribuibile (seppur indirettamente) a tale tipo di chiusura.
Luk
Ciao Luk!
Bello l’articolo che hai segnalato, grazie!
Io invece ho trovato questo dossier: http://vinit.neikos.it/press/modules.php?name=News&file=article&sid=4049
Personalmente ho provato di recente Altec e mi sono trovato molto bene, difettosità molto bassa, facilità di estrazione, nessun odore anomalo di collanti o solventi… si è parlato di cessioni, tu ne sai qualcosa?
Adesso ho acquistato il Prefect di Juvenal, dovrebbe essere simile ad Altec, la tecnologia di produzione è tedesca e si chiama delfin: http://www.delfin-korken.de/pages/produktion.htm
solo che il sito è solo in tedesco e non ho potuto approfondire…
Ad ogni modo sarà meglio che cambiamo in fretta le nostre visuali, anche se un rappresentante mi ha detto che molti si stanno attrezzando con la vite, anche i gruppi mobili…
A presto
Mirco
Ciao Mirco.
Quando si parla di cessioni, il termine stesso già provoca alcune paure irrazionali di cui avevo già parlato qui, a proposito dei temuti ftalati.
http://www.thewineblog.net/vino/archives/2007/06/01/tappi_a_vite_scienz.html
In realtà la ricerca per fortuna continua, e i limiti/pregi delle chiusure alternative piano piano vengono approfonditi.
Ti segnalo anche questo interessante lavoro:
http://www.academie-amorim.com/PDF/gp_amorim_2006_en.pdf
Nella mia esperienza quotidiana di consumatore, i tappi non di sughero che mi danno il feling migliore, sia in termini estetici (somiglianza) che funzionali (simili forze di estrazione, sensazione tattile ecc.) sono senza dubbio i Nomacorc ( http://it.nomacorc.com/ ), che nella versione premium (che costa come un sughero buono) sono garantiti per ben 72 mesi.
Luk
Grazie Luca per il risalto che hai dato a un piccolo filmato realizzato per far capire come sia semplicissimo aprire una bottiglia “attappata” altrimenti. Zanco Maico che è nel video spiega il tutto con semplicità . A presto.
Enosaluti.
Un video realizzato durante una cena con Zanco Maico che dimostra con semplicità come stappare questo nuovo modo di chiudere il vino.
eu
Ciao Eustachio,
dopo gli assaggi a Terroir_Vino (Ihttp://www.tigulliovino.it/meeting/tigulliovino_meeting_home.htm) devo anche dire che la chiusura funziona davvero bene, se è vero come è vero che il vermentino ed il pigato di Maria Donata Bianchi hanno guadagnato 90 e 91 pt. rispettivamente su Wine Spectator!
Luk